Il nome Homo heidelbergensis è attribuito a ritrovamenti umani fossili precedentemente chiamati Homo sapiens arcaici, con particolare riferimento a quelli trovati presso Heidelberg, nel Baden-Württemberg, Germania, sulle rive del fiume Neckar. Resti di H. heidelbergensis sono stati trovati in Africa, Europa ed Asia
Il consolidamento di questo nome per indicare determinati ominidi è avvenuto anche grazie ad Eudald Carbonell dell'Università di Tarragona che, insieme ad i suoi collaboratori, ha studiato i reperti trovati nel 1992 nella grotta di Gran Dolina, situata nelle colline di Atapuerca (Spagna settentrionale). Nel 1994, infatti, una sua spedizione ha portato alla luce un gran numero di utensili di pietra molto semplici, troppo primitivi per essere attribuiti ad Homo sapiens.
Una prima tesi è che i resti di Atapuerca rappresentino il primo tentativo dell'Homo heidelbergensis di uscire dall'Africa, dove si hanno prove della sua presenza già 600 mila anni fa, e che quindi colonizzando l'Europa avrebbe fatto da progenitore all'Homo neanderthalensis, mentre in Africa si evolveva l'Homo sapiens. Questa tesi farebbe sì che l'H. heidelbergensis sia l'ultimo antenato comune fra noi e l'Uomo di Neandertal.
Altri studi condotti nel 2001 sul cranio completo di Atapuerca, insieme ai resti di altri trenta individui, attestano la possibilità che questi ominidi potessero parlare, sebbene a livelli molto elementari. Infatti l'apparato vocale trovato nei resti fossili risulta essere sì meno sviluppato rispetto all'Homo sapiens, ma sicuramente più complesso rispetto a quello degli scimpanzé.
Molti scienziati considerano appartenenti all'Homo heidelbergensis anche i due crani ritrovati fra il 1989 ed il 1990 a Yunxian, nella provincia cinese di Hubei, sebbene molti altri, compresi gli scopritori, tendono a considerarli resti di Homo erectus. occidentale, datati fra i 600 mila ed i 100 mila anni.
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sabato 25 aprile 2009
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1 commento:
bravi
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